Faccio una previsione: a metà del 2012 in Italia saranno attivi 30 milioni di smartphone, nonostante la crisi e la recessione dichiarata.
Ci lasceremo il 2011 con un dato trionfale per questo mercato, ovvero 20 milioni di pezzi venduti senza conteggiare il periodo natalizio.
Da dove esce questa cifra? Da considerazioni di tipo statistico, sociologico e psicologico.
Statistiche ricavate stimando il dato delle vendite natalizie, che raggiungerà i 3 milioni di pezzi (calcolo al ribasso il mio) e in base al trend registrato un paio di mesi fa.
Questa mia ipotesi si rafforza quando osservo le persone della mia città.
Scopro quotidianamente di essere circondato da smartphone: in tram, in treno, nei centri commerciali, al ristorante, al bar, in stazione, durante un concerto. Ovunque vedo gente con il dito puntato verso il touchscreen pronti a interrogare questi miracoli della tecnologia, come una sorte di sfera magica, catturando la loro (e la mia) attenzione.
Un episodio può chiarire questa mia convinzione.
Alcune settimane fa entro in un negozio dell'operatore 3 (era venerdì pomeriggio) e c'era la fila per acquistare uno smartphone. Il negoziante si rivolge ai clienti in attesa dicendo che “per oggi ne sono rimasti soltanto 5”.
Incuriosito chiedo poi al negoziante quanti ne aveva venduti. Lui sgrana gli occhi e mi riferisce che li sta “dando via come il pane” e che solo per quella giornata ne aveva piazzati circa 40.
Rimango sbalordito: 40 smartphone sono veramente tanti. Se faccio quattro conti, molto semplicistici, nel mese di Dicembre raggiungiamo quota 1000.
Inoltre un mia amico, che lavora presso un ipermercato nel reparto Telefonia mobile, mi snocciola un altro fatto: per un cellulare venduto ci sono 10 smartphone acquistati.
Non vi ho convinto? Allora guardate i volantini che i vari megastore di elettrodomestici e hi-tech vi inviano a casa: le prime pagine che sfogliate sono dedicate solamente agli smartphone. Potete trovarne elencati 20-30 modelli.
Ultima considerazione a sfondo psicologico: assieme al tablet, lo smartphone è il gadget del momento. E' l'oggetto dei desideri che affascina e attira milioni di persone in Italia. Una buona parte degli acquirenti neanche sa perché lo vuole, alcuni persino si limitano a mandare messaggi e a effettuare chiamate utilizzandolo come un normalissimo cellulare.
Non voglio entrare nel merito della questione se questa frenesia è giustificata da intenzioni plausibili. Certamente il prezzo non è plausibile per i modelli della fascia alta come gli i-phone o i Galaxy S II.
Tuttavia emerge una situazione in cui, attorno allo smartphone, si è creata una sorta di libido tecnologica: sembra che si debba possedere a tutti i costi.
Nella mente delle persone rappresenta un oggetto dai mille usi e dalle infinite potenzialità. Diventa una propaggine del nostro pensiero e del nostro corpo; un'appendice a cui e con cui connettersi al mondo reale e virtuale.
Ecco perché si supererà la cifra dei 30 milioni di smartphone venduti per metà del 2012, per la gioia degli operatori telefonici, dei produttori di smartphone e di chi li acquista.
Ma anche per la felicità di tutte quelle aziende che si sono attivate per essere visibili sugli smartphone, non solo attraverso siti web, ma soprattutto mediante i socialmedia come Twitter e Facebook e i geolocal network come Foursquare e Gowalla.
Un suggerimento: evitate di regalare ai vostri cari o amici uno smartphone per Natale. Probabilmente ci avrà già pensato qualcun altro.
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