Pagare con lo smartphone direttamente alla cassa è ormai realtà. Grazie alla tecnologia NFC, già attiva in diversi paesi nel mondo, si può avvicinare il proprio smartphone vicino ad un lettore e registrare il proprio acquisto, nello stesso modo con cui si passa l’abbonamento magnetico per entrare i metropolitana o per far scattare il tornello in piscina.
Niente di più facile.In Italia come siamo messi? Con il consueto e immancabile ritardo, nel 2012 partirà un progetto pilota che coinvolgerà l’istituto di credito Intesa San Paolo e Mastercard e ne attendiamo lo sviluppo.
Quando e come si diffonderà questa tecnologia sarà il tempo a determinarlo (e il mercato).
Quello che incuriosisce e stuzzica l’immaginazione è il fatto che si va verso l’oggetto che “fa tutto”.
Chiamare, rispondere a mail, giocare, socializzare, scrivere, fare foto e video, creare promemoria, chattare, leggere notizie, cercare una via in una mappa: sono solo alcune delle funzioni accessibili con lo smartphone.
Esistono milioni di applicazioni che possono integrare e arricchire di servizi il nostro “supertelefono”.
C’è chi lo venera come una reliquia, chi non resiste più di un’ora senza toccarlo, chi lo consulta a ogni batter di ciglia. Lo smartphone diventa l’oggetto sacro perché perfetto nelle sue infinite possibilità.
NFC payment |
Ora, attraverso l’NFC, si raggiunge una sintesi divina tra il nostro conto in banca e questo strumento altamente tecnologico.
Dal bar al negozio di scarpe, dal biglietto del treno al negozio d’arredi, potremo andarci senza contanti e far esplodere tutta la potenza del nostro smartphone pagando direttamente alla cassa.
Un passaggio veloce sul lettore e via, pronti a spendere altri euro.
Immagino frotte di persone estrarre, come dei cowboy, la propria pistola touch e assaltare i negozi per derubarli come nel più selvaggio far west.
Consumi alle stelle, milioni di persone impazzite nello sventolare agilmente il proprio telefono con NFC integrato.
Si terranno persino corsi di “come pagare con lo smartphone senza farlo cadere”.
Poi un giorno qualcuno avverte, durante l’acquisto, un strano segnale mai sentito finora.
Il commesso timoroso si avvicina al cliente dicendo “provi a ripassarlo, a volte non lo prende subito”.
Inutile, il rumore funesto si ripete nuovamente. Il commesso con gentilezza chiede di poter controllare lo smartphone per capire di che problema si tratta. Dopo alcuni minuti di attesa sentenzia “Scusi signore, ma il suo credito è finito”.
E fu così che l’NFC prosciugherà il conto in banca di questo signore. Sarà così anche per noi?
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